Due poesie tra quelle che preferisco di due premi Nobel per la letteratura.
La prima di Seamus Heaney, poeta irlandese Nobel nel 1995.
La seconda di Tomas Tranströmer scrittore svedese, Nobel 2011.
Un bastone di nocciolo per Catherine Ann
La madreperla viva di un salmone
appena affiorato dall’acqua
è sparita in un attimo, ma il tuo ramo
mantiene l’argento-salmone.
Stagionato e flessuoso,
convince la mano
che ciò che hai lo tieni
per giocare e fare le pose
e brandirlo in giro.
Ma poi può anche rimandare a una mandria
e allo schizzare e al battere
contro le sbarre di un cancello—
lo stesso ramo che potremmo tagliare
dal tuo albero genealogico.
Il cobalto vivo di una libellula
pomeridiana mi ha sùbito guidato lo sguardo
e la sera che l’ho spuntato per te
hai visto la tua prima lucciola—
siamo rimasti tutti in silenzio, persino tu
così gigantesca da oscurare il cielo
ad una lucciola.
E quando ho scostato l’erba
una minuscola tana luminosa ha acceso l’occhio
sulla punta tonda e smussata del tuo bastone
Marzo ’79
Stanco di tutto ciò che viene dalle parole, parole non linguaggio,
Mi recai sull’isola innevata.
Non ha parole la natura selvaggia.
Le sue pagine non scritte si estendono in ogni direzione.
Mi imbatto nelle orme di un cerbiatto.
Linguaggio non parole.